Insegnanti e ADHD: quale il rapporto con l’apporto farmacologico?

Gli insegnanti sono in prima linea rispetto alla questione dell’identificazione e la classificazione del disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD). Una nuova ricerca, svolta da un team interistituzionale di ricercatori da Svezia e Paesi Bassi, ha analizzato i dati delle interviste per valutare i processi di pensiero degli insegnanti riguardo all’ADHD in generale e gli atteggiamenti nei confronti della prescrizione di farmaci associati all’ADHD .

Sono stati intervistati trenta insegnanti, la maggior parte dei quali aveva una buona esperienza di lavoro con studenti con prescrizioni per farmaci per l’ADHD. I risultati dell’analisi tematica delle interviste semi-strutturate hanno suggerito che gli insegnanti nutrivano prospettive generali “ambivalenti” riguardo ai farmaci per comportamenti di tipo ADHD, ma che hanno riportato percezioni di esiti più positivi associati ai farmaci ADHD tra i loro studenti rispetto ai sintomi negativi.

I ricercatori, Maruschka N. Sluiter, Albert W. Wienen, Ernst D.Thoutenhoofd, Jeannette M. Doornenbal e Laura Batstra, hanno concluso che molte prospettive degli insegnanti riguardo ai farmaci per l’ADHD erano state create sulla da aneddoti e racconti piuttosto che da informazioni qualificate rivelando una necessità per l’insegnante di avere “accesso a informazioni verificate e aggiornate sull’ADHD e sui farmaci”.

“Negli ultimi decenni, in molti studi in tutto il mondo è stato osservato un aumento ampio e controverso nell’uso di farmaci per il disturbo da deficit di attenzione / iperattività (ADHD) da parte dei bambini”, scrivono i ricercatori.

Mentre le stime di prevalenza variano e si discusso molto sulla validità e sui parametri dell’ADHD in generale, gli autori suggeriscono che l’8,4% dei bambini negli Stati Uniti ha ricevuto farmaci stimolanti per l’ADHD nel 2016. Tendenze simili sono visibili in molti altri paesi in tutta Europa.

Molti esperti e ricercatori su scala globale hanno espresso la preoccupazione che i comportamenti dell’infanzia, come irrequietezza e disattenzione, siano stati patologizzati in base all’incompatibilità con le aspettative imposte dall’esterno (ad es. Standard e strutture educative).

I risultati sono sintetizzati dagli autori come segue:

“Molti degli insegnanti collegano l’ADHD ai farmaci. A fanno volte anche immediatamente questa associazione o parlano di ADHD e farmaci come se fossero inseparabili, due facce di una singola medaglia. In alcuni casi, sono attivamente coinvolti nel processo di distribuzione dei farmaci “.

E’ naturalmente un tema molto complesso che viene complicato dal tema della didattica a distanza/didattica integrata. E’ però necessario e doveroso farsene carico perché la scuola rappresenta il futuro di ogni Paese e come tale deve essere coltivata con cura e sapienza. Per questo è necessario avvalersi di tutte le conoscenze a disposizione.

Il dott. Giancarlo Stoccoro che da molti anni si occupa di adolescenti è in grado di aiutare quei docenti o quelle istituzioni scolastiche che sono, comprensibilmente, in difficoltà o vogliono prepararsi al meglio per accogliere i propri studenti.

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